venerdì 7 settembre 2012

Dopo essere entrati in un capolavoro

Avete avuto occasione di guardare "Eyes Wide Shut" di Stanley Kubrick?
Se si proseguite con questo post, se invece la risposta è no chiudete tutto e scendete un paio di post più in giù, dove troverete solo un'introduzione alla visione del film.

Ora siamo pronti per entrare nel vivo.


Questa è la prima immagine che avete visto del film. Kubrick dichiara senza mezzi termini il controverso tema del film, incarnato da una sensualissima Kidman che si spoglia davanti a noi, nella più completa calma e serenità del suo appartamento. Niente censura ne cesura. Questo film (1999) colpisce con le sue immagini disorientanti e cariche, ci impone un costante approccio con il sesso e con i suoi stimoli ma al tempo stesso non ce ne lascia godere. 

Come abbiamo detto anche nel post precedente la storia nasce quando la moglie Alice rivela a suo marito Bill di aver desiderato di tradirlo tempo prima con un uomo visto solo di sfuggita durante una vacanza. La scoperta fa precipitare Bill in un baratro di dubbi e frustrazioni che lo inducono a ricercare un piacere che si avvicini a quello testimoniato dalla moglie. Non è facile dire se questa ricerca sia reale o una distorsione della realtà nella mente del protagonista, ma non ha importanza: ciò che lui trova è vivido, reale e ci appassiona come appassiona lui.

Un dettaglio ci aiuta a vivere le due esperienze, di Alice e di Bill: Alice ci racconta un suo sogno, neanche un suo ricordo, e la vediamo sospirare ripensandoci, cogliamo il suo coinvolgimento in come parla e respira. Le scene in cui vediamo le fantasie di Alice sono flash in bianco e nero frutto solo dell'immaginazione di Bill, e questo è quanto. Quando invece entriamo nell'universo delle fantasie di Bill tutto diventa come un luna park di luci, di immagini vivide e di inviti ai quali non si può dire di no.

La prima tentazione di Bill è la figlia di un suo vecchio paziente morto. Ha appena parlato con sua moglie e scoperto il suo segreto, e si trova d'improvviso catapultato in una situazione analoga, vive quello stesso episodio dall'interno: questa ragazza è innamorata di lui, dal primo sguardo, e lui si ritrova a essere oggetto di quel desiderio manifestato dalla moglie poco prima. E' come sottolineare la sua inadeguatezza ancora una volta, il regista torna a rimarcare il fatto che Bill non è all'altezza.

Sconvolto Bill vaga per la città, in subbuglio, finchè non incontra una prostituta che lo invita a entrare in casa sua. Bill sulle prime cerca di dire di no, ma infine accetta, succube della volontà di lei. Una volta in casa i due si scambiano brevi frasi, più timide che distaccate, e lo stesso può valere per quel po' di rapporto che iniziano. Fanno tempo a scambiarsi un bacio (pare di vedere la scena madre di un filmetto per adolescenti) e a Bill suona il telefono. All'altro capo c'è Alice. Affiorano i sensi di colpa (o così sembrerebbe) e decide di andarsene. 

Ma non torna a casa. Prosegue nella sua camminata solitaria, fino a che non si trova davanti a un locale dove suona un suo vecchio amico del college (questo personaggio lo avevamo incontrato anche all'inizio del film, ma volutamente non l'ho menzionato). Facendola breve, questo vecchio amico gli rivela l'indirizzo e la parola d'ordine per entrare a una "festa" privata in una grande villa e Bill senza esitare decide di andarci. La festa si rivela una specie di celebrazione di una qualche setta, dove giovani e belle donne vengono mandate in giro per la casa per animare numerose orge, che noi vediamo attraverso gli occhi di Bill. Il nostro eroe vaga per questa casa sontuosamente arredata con passo lento, e in ogni sala assiste a questi atti rappresentati con una freddezza disarmante. Le scene sono rappresentate per intero, senza censura su genitali o altre zone del corpo, ma la loro valenza erotica sfuma in un senso di vissuto e di ripetitivo, non ha niente di attraente o di sano. 

Altro episodio interessante è quello appena precedente a questo, quando Bill va nel negozio di maschere (effetto luna park on) e il proprietario scopre la propria figlia nascosta in una stanzetta con due uomini. La scena ci viene presentata come oscena: due signori non molto giovani, semi nudi, con in testa parrucche da donna e truccati, insieme a questa ragazzina di non più di 16 anni, aggrediti dal padre di lei. La ragazza scappa alle grinfie del padre e si rifugia dietro a Bill. Lì il suo volto cambia: il suo sguardo spaventato si tramuta in un'occhiata seduttrice che attira lo sguardo del protagonista, che ormai sovraeccitato si lascia coinvolgere.

Non è finita qui. Dal picco a cui Bill era arrivato dentro la villa, nel momento massimo in cui tutti noi pensavamo sarebbe arrivato al tradimento pur di provare lo stesso piacere della moglie, ci siamo immedesimati, vogliamo la sua riuscita, lì comincia il declino. Bill viene scoperto come un non invitato alla festa e cacciato, non senza perdite. Da lì è una spirale senza uscita: perde la maschera con cui si era presentato alla festa, scopre che la donna che l'ha salvato in quella occasione è stata assassinata, chiama la figlia del suo pazienta, ma non ha il coraggio di parlarle, va dalla prostituta e scopre che era affetta da HIV, tutto intorno a lui sembra stringersi. La sua sete di soddisfazione (e insieme di fuga dal tedio della vita quotidiana) lo sta portando in un mondo che non avrebbe voluto conoscere.

Ha fatto l'errore che sua moglie al tempo non fece: lei si prese la sua sbandata, ebbe i suoi sogni segreti ma non rischiò mai nulla della sua vita per inseguirli, poichè ne comprendeva la natura e si accontentava del solo pensiero. Bill invece non ha saputo come trattenersi. E ha messo in gioco tutto, come vedremo nel finale del film.

Vediamo come l'uomo si sia lasciato sedurre da tutte le attrattive intorno a lui per giungere al suo soddisfacimento, prostitute, orge, maschere, pedofilia, flirt, c'è persino un accenno omosessuale (il tipo della reception dell'albergo), senza guardare in faccia a nessuno. La donna invece ha preso un dettaglio, uno sguardo lanciatole da un bell'uomo in un pomeriggio qualsiasi, per trovare una fonte inesauribile di appagamento solo nella sua mente.


C'è una logica? C'è una morale?
Non penso che Kubrick voglia dare un giudizio di questo tipo, penso piuttosto che abbia trovato il modo per mostrare due universi, quello maschile e quello femminile, con la massima sapienza, estremizzandone i caratteri per fornirci una adeguata spiegazione. Certo, il dibattito non è chiuso, ma questo film arriva al punto della questione in maniera chiara e concreta.
Lasciandoci a bocca aperta.

A.




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