martedì 13 novembre 2012

Stardust, un fantasy diverso

Devo ammettere di aver visto questo film per caso, non ricordo neanche quando, ma sicuramente non avevo più l'età per la fascinazione da fantasy. Eppure questo film mi è rimasto nel cuore, e ogni volta che lo vedo mi lascia soddisfatta. Che stranezza.
Com'è che riesco a farmi ammaliare da Stardust come da nessun'altro film fantasy degli ultimi tempi (La Bussola d'oro, Un ponte per Terabithia, Le Cronache di Narnia, Eragon, ecc)?

Intanto c'è da premettere che il regista di Stardust, Matthew Vaughn, è anche il regista di The Pusher, Kick Ass e X-Men First Class, tutti e 3 film che ho apprezzato tantissimo. Quindi sicuramente io ne sono colpita per lo stile della sua regia in generale, un punto sul quale non posso più di tanto discutere perchè è questione di gusti personali.

Il film parla del giovane Tristan che decide di andare a recuperare una stella caduta per donarla alla sua amata, oltrepassando un muro magico che divide il suo villaggio da un universo parallelo. Solo che una volta trovata la stella scopre che essa non è una roccia incandescente come si aspettava, bensì una giovane fanciulla di nome Ivaine. I due intraprendono il viaggio per tornare nel mondo reale, ma sulle tracce della stella ci sono la perfida strega Lamia e l'avido principe Septimus, entrambi alla ricerca della vita eterna.

La trama è in realtà molto complessa, e quindi non cede il passo alle stilizzazioni tipiche dei fantasy. Noi per tutto il film seguiamo sia Tristan, che Septimus e Lamia, senza sorvolare alcuna delle loro avventure per raggiungere i loro scopi. Viaggiamo tra villaggi, corti, antri, stupendi paesaggi incontaminati e anche per i cieli, in un rincorrersi dei personaggi che non annoia neanche per un secondo. E' questa una delle cose che più mi impressionano di questo film, non mi annoia mai, neanche quando lo riguardo per la quinta volta.

Un altro elemento molto atipico rispetto ai normali fantasy è che in Stardust i personaggi non sono per nulla stereotipati, eccetto forse il protagonista, che è la perfetta maschera del giovane ingenuo e incapace che però con buona volontà riesce a diventare uomo e ad acquistare fiducia in se stesso.
Per il resto i personaggi sono davvero "fuori contorno", diciamo: la sentinella novantenne che pratica arti marziali, la ragazza amata dal protagonista che invece di essere umile e virtuosa è un'insopportabile approfittatrice, il capitano pirata omosessuale, il re che incita i suoi figli a uccidersi per il trono.
Tutti questi elementi (ovviamente frutto dello scrittore del libro, più che del regista) hanno contribuito a creare un contesto non convenzionale.

Parlando di scelte prettamente registiche ribadisco il ritmo delle scene che si susseguono, che è perfetto per non far annoiare lo spettatore e al tempo stesso fargli gustare i singoli episodi. E poi un altro elemento che esce completamente dalla logica fantasy: la violenza. In questo film si susseguono sventramenti di poveri animali, omicidi tra fratelli osservati quasi nella totale indifferenza, uno sgozzamento, una decapitazione, accoltellamenti, addirittura una bambola voodoo che spezza le ossa dell'ultimo principe rimasto e lo porta alla morte per affogamento. Nel finale due streghe vengono uccise, una trafitta brutalmente da una sciabola e l'altra mangiata viva dai lupi.
Sarà mica un film per bambini?

Personalmente l'ho amato anche per questo, l'impronta filo-tarantiniana che percorre i film di Vaughn, fino all'apice di Kick Ass (altro film che per me è stato un colpo di fulmine).

Trarre le conclusioni su questo film non è facile. Mi sembra di aver detto troppo poco per definirlo, eppure non saprei cos'altro aggiungere per farvi provare attrazione verso di esso.




Se amate i film fantasy sicuramente non potete perdervelo, e se non li amate almeno sapete che è diverso da tutti gli altri.









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